la chiesa della madonna del soccorso-poggio san marcello
a Cura di Roberta Vico e Tommaso Saccone
Scrive il cronista locale Torquato Bozzi nel 1950: “nel 1514 i nostri antenati dedicarono alla Vergine la chiesetta eretta nel borghetto delle Casette, in suolo lateranense”[1]. La Confraternita possedeva infatti una chiesetta presso l’attuale circonvallazione del paese; secondo l’Annibaldi essa era già stata costruita nel ‘400. Sull’altare era già presente l’immagine della prima Madonna del Soccorso[2] sostituita nel 1608 dall’attuale, una scultura lignea raffigurante la Madonna in trono con il bambino in braccio(GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.35; DONNINELLI 2012, pag. 9). La chiesetta però già ai primi del ‘600 dà segni di cedimento strutturale(BELLINI 2007, pag.39).
La Costruzione della chiesa all’interno del castello, nella posizione che conosciamo oggi incomincia nel 1646 e termina nel 1662. Anche il Comune partecipa alla costruzione dell’edificio vista anche l’apertura di una nuova porta nelle mura castellane e di una piazza. Ma anche questa chiesa non è uno splendore perché si presenta come disadorna e coperta da un semplice tetto (BELLINI 2007, pag. 40). L’unica eccezione è riconoscibile nelle due tele dipinte da Ercole Ramazzani[3], rispettivamente l’Ascensione di Gesù tra S. Francesco e S. Lucia presso l’altare omonimo e la Madonna con il Bambino, S. Rocco e S. Sebastiano[4] presso l’altare di S. Rocco[5]. Solo nel 1870 si procederà ad un restauro radicale con anche la costruzione della cupola ad opera di Nicola Zanghi di Arcevia (BELLINI 2007, pag.40).
La chiesa ha una pianta ovale, sulle 8 colonne con capitello si ergono 4 archi sul cui sfondo c’è l’altare maggiore che ospita la statua della Madonna. Altri due altari laterali ospitavano inizialmente i due dipinti del Ramazzani, mentre attualmente vi sono collocate delle statue. Sopra gli archi si curva la volta a forma di cupola, che culmina con una lucerniera. Sopra la Sagrestia si trova la sede della confraternita del Gonfalone; una scaletta di legno conduce alla torre campanaria ristrutturata nel 1786[6] (BELLINI 2012, pag. 14).
La nascita della Confraternita del Gonfalone o della Madonna del Soccorso a Poggio San Marcello, che ha sede proprio nella chiesa della Madonna del soccorso, è legata indissolubilmente alla devozione verso la Madonna del Soccorso: tale tradizione è diffusa in tutta Italia e nelle Marche stesse, anche sotto varie denominazioni, come Madonna “delle Grazie” e “della Misericordia[7]”(FILENI-SERINI 1991, pag.34). La devozione alla Madonna ha però un’origine distinta dal Gonfalone: è già presente nel ‘400 quando scoppia nel contado di Jesi, e non solo, una tremenda pestilenza (BELLINI 2007, pag. 39).
BIBLIOGRAFIA
BELLINI 2007= C. Bellini, Poggio San Marcello e il suo Archivio Parrocchiale, Castelplanio, 2007.
BELLINI 2012= C. Bellini, I monumenti architettonici religiosi in I tesori di una piccola comunità. I beni culturali ecclesiastici (Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag.13- 23.
BURATTI 2012= K. Buratti, Ercole Ramazzani in I tesori di una piccola comunità. I beni culturali ecclesiastici(Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag. 4-7.
DONNINELLI 2012= E. Donninelli, Andrea di Bartolo in I tesori di una piccola comunità. I beni culturali ecclesiastici (Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag. 2-3.
FILENI-SERINI 1991= M. Fileni, P. Serini, La statua della Madonna del Soccorso di Poggio San Marcello. Storia, arte e fede, Città di Castello, 1991.
GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001= S. Galeazzi, A. Perlini, C. Urieli, Guida al Museo Diocesano di Jesi, Jesi, 2001.
GRAZZI 1987= L. A. Grazzi, Storia di Poggio San Marcelloin quel contesto della Vallesina d’Ancona cui appartiene, Città di Castello, 1987.
[1] GRAZZI 1987, pag. 278.
[2] Conservata attualmente presso il Museo Diocesano (GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.35).
[3] Allievo del ben più famoso Lorenzo Lotto, alcune delle cui opere più importanti si conservano presso la Pinacoteca civica di Jesi.
[4] Alcuni cittadini appassionati di storia locale vorrebbero riconoscere in quel paesino alle spalle di San Sebastiano e San Rocco proprio Poggio San Marcello, proprio come l’avrebbe potuto osservare e rappresentare Ramazzani da Arcevia.Fu un certo Gisante a commissionare il quadro ad Ercole Ramazzani. Nei successivi 3 anni la comunità poggiana rinnovò anche l’altare di S. Rocco facendo dipingere un quadro sempre dallo stesso Ramazzani: in alto troviamo la Vergine col bambino, a destra S. Rocco, a sinistra S. Sebastiano. Va annotato che esso, per ordine del Vescovo, fu restaurato numerose volte e gli furono fatte delle aggiunte, come nella figura di S. Rocco, a cui fu allungato il manto per coprirgli la coscia, ritenuta indecorosa.
[5]GRAZZI 1987, pag. 283-284; GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.42-43; BURATTI 2012, pag. 7.
[6] Una mattone ne ricorda il restauro.
[7] La Madonna ha un’origine distinta dal Gonfalone: è già presente nel ‘400 quando scoppia nel contado di Jesi, e non solo, una tremenda pestilenza (BELLINI 2007, pag. 39).
Scrive il cronista locale Torquato Bozzi nel 1950: “nel 1514 i nostri antenati dedicarono alla Vergine la chiesetta eretta nel borghetto delle Casette, in suolo lateranense”[1]. La Confraternita possedeva infatti una chiesetta presso l’attuale circonvallazione del paese; secondo l’Annibaldi essa era già stata costruita nel ‘400. Sull’altare era già presente l’immagine della prima Madonna del Soccorso[2] sostituita nel 1608 dall’attuale, una scultura lignea raffigurante la Madonna in trono con il bambino in braccio(GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.35; DONNINELLI 2012, pag. 9). La chiesetta però già ai primi del ‘600 dà segni di cedimento strutturale(BELLINI 2007, pag.39).
La Costruzione della chiesa all’interno del castello, nella posizione che conosciamo oggi incomincia nel 1646 e termina nel 1662. Anche il Comune partecipa alla costruzione dell’edificio vista anche l’apertura di una nuova porta nelle mura castellane e di una piazza. Ma anche questa chiesa non è uno splendore perché si presenta come disadorna e coperta da un semplice tetto (BELLINI 2007, pag. 40). L’unica eccezione è riconoscibile nelle due tele dipinte da Ercole Ramazzani[3], rispettivamente l’Ascensione di Gesù tra S. Francesco e S. Lucia presso l’altare omonimo e la Madonna con il Bambino, S. Rocco e S. Sebastiano[4] presso l’altare di S. Rocco[5]. Solo nel 1870 si procederà ad un restauro radicale con anche la costruzione della cupola ad opera di Nicola Zanghi di Arcevia (BELLINI 2007, pag.40).
La chiesa ha una pianta ovale, sulle 8 colonne con capitello si ergono 4 archi sul cui sfondo c’è l’altare maggiore che ospita la statua della Madonna. Altri due altari laterali ospitavano inizialmente i due dipinti del Ramazzani, mentre attualmente vi sono collocate delle statue. Sopra gli archi si curva la volta a forma di cupola, che culmina con una lucerniera. Sopra la Sagrestia si trova la sede della confraternita del Gonfalone; una scaletta di legno conduce alla torre campanaria ristrutturata nel 1786[6] (BELLINI 2012, pag. 14).
La nascita della Confraternita del Gonfalone o della Madonna del Soccorso a Poggio San Marcello, che ha sede proprio nella chiesa della Madonna del soccorso, è legata indissolubilmente alla devozione verso la Madonna del Soccorso: tale tradizione è diffusa in tutta Italia e nelle Marche stesse, anche sotto varie denominazioni, come Madonna “delle Grazie” e “della Misericordia[7]”(FILENI-SERINI 1991, pag.34). La devozione alla Madonna ha però un’origine distinta dal Gonfalone: è già presente nel ‘400 quando scoppia nel contado di Jesi, e non solo, una tremenda pestilenza (BELLINI 2007, pag. 39).
BIBLIOGRAFIA
BELLINI 2007= C. Bellini, Poggio San Marcello e il suo Archivio Parrocchiale, Castelplanio, 2007.
BELLINI 2012= C. Bellini, I monumenti architettonici religiosi in I tesori di una piccola comunità. I beni culturali ecclesiastici (Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag.13- 23.
BURATTI 2012= K. Buratti, Ercole Ramazzani in I tesori di una piccola comunità. I beni culturali ecclesiastici(Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag. 4-7.
DONNINELLI 2012= E. Donninelli, Andrea di Bartolo in I tesori di una piccola comunità. I beni culturali ecclesiastici (Catalogo della Mostra, dal 4 Agosto 2012), Poggio San Marcello, 2012, pag. 2-3.
FILENI-SERINI 1991= M. Fileni, P. Serini, La statua della Madonna del Soccorso di Poggio San Marcello. Storia, arte e fede, Città di Castello, 1991.
GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001= S. Galeazzi, A. Perlini, C. Urieli, Guida al Museo Diocesano di Jesi, Jesi, 2001.
GRAZZI 1987= L. A. Grazzi, Storia di Poggio San Marcelloin quel contesto della Vallesina d’Ancona cui appartiene, Città di Castello, 1987.
[1] GRAZZI 1987, pag. 278.
[2] Conservata attualmente presso il Museo Diocesano (GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.35).
[3] Allievo del ben più famoso Lorenzo Lotto, alcune delle cui opere più importanti si conservano presso la Pinacoteca civica di Jesi.
[4] Alcuni cittadini appassionati di storia locale vorrebbero riconoscere in quel paesino alle spalle di San Sebastiano e San Rocco proprio Poggio San Marcello, proprio come l’avrebbe potuto osservare e rappresentare Ramazzani da Arcevia.Fu un certo Gisante a commissionare il quadro ad Ercole Ramazzani. Nei successivi 3 anni la comunità poggiana rinnovò anche l’altare di S. Rocco facendo dipingere un quadro sempre dallo stesso Ramazzani: in alto troviamo la Vergine col bambino, a destra S. Rocco, a sinistra S. Sebastiano. Va annotato che esso, per ordine del Vescovo, fu restaurato numerose volte e gli furono fatte delle aggiunte, come nella figura di S. Rocco, a cui fu allungato il manto per coprirgli la coscia, ritenuta indecorosa.
[5]GRAZZI 1987, pag. 283-284; GALEAZZI- PERLINI- URIELI 2001, pag.42-43; BURATTI 2012, pag. 7.
[6] Una mattone ne ricorda il restauro.
[7] La Madonna ha un’origine distinta dal Gonfalone: è già presente nel ‘400 quando scoppia nel contado di Jesi, e non solo, una tremenda pestilenza (BELLINI 2007, pag. 39).