Per ora questo sarà l'ultimo post su Pulsano in quanto sono ritornata a Ravenna, città in cui studio, e non ho qui i libri di storia locale sul mio paese, quindi riprenderò a scrivere questi approfondimenti nelle prossime vacanze, nella speranza di trovare qualche pubblicazione in più.
Cristiana Margherita
IL CASTELLO DI PULSANO
Il castello di Pulsano sorgeva al centro dell’antico paese.
Inizialmente l’unica costruzione era la torre quadrata, che attualmente guarda la piazza, e distava un chilometro dalle residenze ufficiali dei principi di Leporano, che erano i veri padroni. La torre però si era dimostrata comunque utile come rifugio per i residenti del luogo, soprattutto dopo il 1100, durante le scorrerie piratesche provenienti da varie parti del Mediterraneo. La torre era un edificio sicuro in quanto non visibile dalla fascia costiera, grazie ad una leggera altura protettiva, a forma di anello, che esisteva attorno al paese, che era costituita dalla Scorcora, Cornola, Stigliano, Villanova e Leporano.
Il castello diroccato successivamente venne acquistato dal principe Delli Falconi, che decise la ricostruzione e la realizzazione di altre torri e munì il paese con mura. Così prese vita un vero e proprio castello, con cinque torri, di cui due quadrate più grandi, una quadrata più piccola e due rotonde. Nel 1435 con Marino Delli Falconi il castello di Pulsano assunse la forma attuale.
Mentre il castello di Leporano diventava sempre più un luogo di residenza dei principi, il castello di Pulsano diventava un luogo di stazionamento dei soldati. Durante la permanenza all’interno del castello, i soldati ammazzavano il tempo con giochi di forza, soprattutto il gioco del “Polso Sano” ovvero braccio di ferro, da cui, prenderebbe il nome il paese.
La porta d’ingresso attuale è situata a ponente, entrando vi è un cortile e sulla destra c’è la prima torre quadrata. Sul lato S-E del cortile ci sono due porte: la prima conduce ad un piccolo locale, mentre la seconda, porta nella casa del custode, che dovrebbe essere stata costruita in un periodo molto recente.
Alcuni studiosi ritengono che il castello non avesse fossato, ma secondo Andrea De Marco, storico locale, questa teoria è errata, e lo ha dimostrato grazie a dei sondaggi condotti dallo stesso e da alcune ricerche storiografiche.
Al primo piano del castello si accede tramite uno scalone che porta ad otto vani. La porta si apre su un salone, che attualmente è utilizzato come sala consigliare. Dal salone si accede all’attuale archivio, che precedentemente era la camera da letto del principe e successivamente del comandante della guarnigione.
Sempre dalla scala principale si accede a due vani laterali che dovevano essere l’ufficio di comando della guarnigione e un altro ampio salone. Subito dopo vi è un altro vano, ricavato in parte dall’androne principale d’ingresso sottostante e in parte dal primo salone nominato.
A S-O c’è la sala della Torre Quadrata, attualmente sala del Sindaco, che per posizione e fattura è la più bella. La sala ha una volta ad arco ribassato con lunette laterali, al centro, la chiave di sostegno rappresenta lo stemma della famiglia De Falconi, ovvero un ramo su cui poggiano tre falconi. Sul lato N-O della sala vi è un camino in stile federiciano, simile a quello di Casteldelmonte.
L’intero castello, a livello del cammino di ronda, è completato da uno spalto merlato. Ogni merlo, originariamente, era sormontato da tre punte verticali in pietra.
In una delle torri rotonde, a causa del livello del piano roccioso che si trovava più basso rispetto al resto del terreno, fu scavato un ambiente che fu utilizzato come prigione o segreta. Esso era raggiungibile attraverso una botola del pavimento del primo piano, ed era illuminata da una stretta ferritoia.
Nell’atrio vi è ancora un balcone, in pietra locale, con al centro lo stemma con i tre falconi, sul quale fu posta una lapide con la seguente scritta: “Questo castello lo fe fare in carparo lo Signore Marino Delli Falconi in anno MCCCCXXXV in D. incomenzando dal primo Marzo”.
BIBLIOGRAFIA
A. De Marco, 1986, Pulsano nei tempi, Galatina (LE).